sabato 6 luglio 2013

scritture – lineare b

La straordinaria originalità delle scritture egee, a partire dalla più antica geroglifica, per arrivare alla Lineare A B, fa si che si possa escludere una derivazione da altri sistemi di scrittura preesistenti. Prima di scomparire, la Lineare A venne adattata dai micenei per notare la loro lingua; questi presero a prestito molti ideogrammi e sillabogrammi della scrittura minoica, oltre al sistema numerico decimale. La Lineare B si può considerare una forma più articolata di Lineare A, usata dai Micenei che si stabilirono a Cnosso dopo il crollo dei regni minoici e di qui importata nel continente greco. Il suo utilizzo tra il 1450 e il 1200 a.C. si attesta infatti da Creta al Peloponneso e alla Beozia. Comprende un’ottantina di segni; è una scrittura sillabica e fu decifrata da Michael Ventris nei primi anni Cinquanta, il primo che vide nascondersi una lingua greca dietro ad una scrittura di origine minoica. Veniva tracciata su tavolette d’argilla, noduli cotti, vasi e anfore e anche su pietra. Le prime tavolette in Lineare B furono rinvenute dall’archeologo inglese Arthur Evans nel 1900 a Cnosso, tavolette che risalivano all’incirca ai secoli XIV e XIII a.C.; gli scavi sul continenete greco ne portarono alla luce una notevole quantità anche a Tebe, Micene, Tirinto, Eleusi e sopratturro a Pilo (600 tavolette solo negli archivi del palazzo di Nestore). La Lineare B, scrittura degli eroi omerici Agamennone, Menelao e Nestore, scomparse verso il 1200 a.C. con l’invasione dorica: tutte le residenze principesche micenee vengono distrutte quasi contemporaneamente da disastrosi incedi che però provocarono la cottura delle tavolette d’argilla e la loro conseguente conservazione sotto le macerie. Altro materiale probabilmente usato per scrivere (papiro, pergamena, foglie di palma) andò irrimediabilmente perduto.