giovedì 29 agosto 2013

scritture – greco arcaico

Il greco in 3500 anni di storia ha subito importanti trasformazioni, dal protogreco al greco moderno, passando attraverso molte fasi d’evoluzione intermedie. Dopo il periodo della lineare B, usata nell’area dell’Egeo per trascrivere il dialetto miceneo (forse antenato dell’arcadico-cipriota), verso il 1000 a.C. i greci assimilarono l’alfabeto fenicio, assegnando valore di vocale ad alcuni segni consonantici superflui, per meglio adattarlo alla loro lingua, ricca di vocali. Agli inizi convivettero diverse scritture greche arcaiche a seconda delle regioni. A causa dell’estrema frammentazione delle lingue locali, i linguisti raggruppano i vari dialetti in cinque gruppi: dorico, eolico, beotico, arcadico-cipriota e ionico; questi tenderanno poi ad unificarsi verso il 400 a.C.
Le prime iscrizioni in lingua greca risalgono al VIII secolo a.C.; almeno all’inizio, la scrittura segue una direzione da destra a sinistra o bustrofedica; dal 500 a.C. da sinistra a destra. Quanto detto a proposito della frammentazione dei dialetti locali, vale anche per l’alfabeto, di cui si hanno numerose varianti. Uno dei più importanti è l’alfabeto di Mileto (città ionica dell’Asia Minore), assimilato poi ad Atene verso il 400 a.C. per trascrivere il dialetto attico, che tenderà a diffondersi in tutta la Grecia in seguito alla fondazione della Lega di Delo. Con le conquiste di Alessandro Magno, la cultura e la lingua greca conoscono un periodo di sviluppo su vasta scala, dall’area mediteranea ai territori dell’India; il greco stesso sarà lingua franca della parte orientale dell’impero romano.
Il greco darà origine a quattro famiglie di scrittura: il cirillico attraverso il glagolitico; il georgiano attraverso l’armeno; il latino attraverso l’etrusco, e il copto.