domenica 20 ottobre 2013

scritture – meroitico

Il meroitico era una scrittura utilizzata nei regni nubiani antichi fino verso il 200 a.C., derivante dalla scrittura geroglifica e demotica in uso presso gli egiziani. Mentre il geroglifico si basa su un complesso e originale sistema di segni (pittogrammi di oggetti o esseri animati; fonogrammi; determinativi), il meroitico è sostanzialmente alfabetico, per cui alcuni studiosi pensano ad un possibile influsso dell’alfabeto greco. La scrittura meroitica è composta da 23 simboli, di cui quattro vocalici e presenta due formegrafiche: una per iscrizioni funerarie e monumentali, modellata sulla falsa riga dei geroglifici egizi, e una corsiva derivata dal demotico.
Normalmente, la scrittura meroitica procedeva su righe da destra a sinistra e dal basso verso l’alto per la versione corsiva; la versione geroglifica era impostata invece su colonne dall’alto al basso e da destra a sinistra. Sui monumenti i testi venivano incisi seguendo il verso del monumento stesso. Per dividere frasi o parole tra loro, era in uso un segno costituito
da tre punti allineati in orizzontale o in verticale. Si pensa che il meroitico, insieme al greco, abbia potuto influenzare la formazione dell’alfabeto copto verso il VI secolo d.C., con l’introduzione del Cristianesimo in Nubia. Il meroitico fu decifrato nel 1909 dall’egittologo inglese Francis Llewellyn Griffith, ma la lingua che trascriveva rimane ancora un mistero. La fisionomia di questo alfabeto deve molto all’andamento corsivo e alle frequenti legature, dovute alla scrittura a mano, del demotico, di cui eredita la morbida fluenza dei tratti, la felice combinazione tra linee curve e rette nelle varie lettere che contribuisce a creare un ritmo scorrevole, piacevole, allegro e meno formale del monumentale geroglifico egiziano o di quello più martellante dello spigoloso Cuneiforme sumerico.