mercoledì 2 ottobre 2013

scritture – neoittita

Gli Hittiti furono uno dei più importanti gruppi indoeuropei dell’Anatolia insieme ai Luvi e ai Palaiti che abitarono rispettivamente la parte sudoccidentale e quella settentrionale della regione. L’occupazione del territorio anatolico avvenne verso la fine del III millennio a.C, ma non si sa con
esattezza quale sia la provenienza di queste popolazioni: alcuni studiosi ritengono essere originarie dei territori tra Mar Nero e Mar Caspio; altri vedono più probabile un’origine balcanica.
Nella prima metà dell’Ottocento, su un altopiano centrale dell’Anatolia, fu rinvenuto un santuario rupestre noto col nome di Yazilikaya (che significa “Rupi scritte”) con incise figure in processione e iscrizioni simili a geroglifici, ma molto diverse da quelle degli egiziani. Le prime fonti hittite di cui si ha certezza risalgono al XVII secolo a.C., ma ritrovamenti archeologici in Cappadocia rivelano l’uso della lingua hittita-luvia già alla fine del XX secolo a.C. Gli HIttiti parlavano una lingua indoeuropea, molto diversa dall’Accadico che era di origine semitica. Tuttavia seppero adattare una forma arcaica di Cuneiforme babilonese alle loro esigenze. I testi hittiti contengono sempre logogrammi sumerici, parole o frasi accadiche con vlore fonetico e parole hittite. La scrittura cuneiforme convive quindi sempre con la grafia geroglifica che rimane in uso fino al VIII secolo a.C. I geroglifici ittiti presentano una fisionomia piuttosto originale, con forme molto diverse dai geroglifici egizi, cretesi e dai primi pittogrammi protosumerici. Molti segni rimandano chiaramente agli oggetti di riferimento (per esempio teste, mani, piedi, ruote, silhouette di animali), altri hanno un aspetto maggiormente sintetico, ma sempre piuttosto morbido nei tratti a differenza del geroglifico cuneiforme babilonese.